PROFILO |
||
LIBRI Dal
“Dizionario del calcio” Biblioteca Universale Rizzoli
1990 - vari BETTEGA Roberto: Atleticamente e tecnicamente esemplare, ambidestro e colpitore di testa straordinario. Può definirsi tra i più completi attaccanti italiani di ogni tempo anche perché lo assisteva una determinazione non comune e un senso della professionalità mai venuto meno con il trascorrere degli anni. Ciclonico da lontano, preciso sotto misura, inesorabile nelle conclusioni aeree. Da “Bettega story” 1983 – Mario Fugazza e Silvio Rossi Roberto Bettega si è inserito nella galleria di quei campioni del calcio che del gol hanno fatto un’arte (…) Nel mondo dello sport del calcio Bettega ha aperto una nuova era (…) Un completamento basato sullo stile e sulla classe. Come i suoi gol. Che sono da antologia(...). Bettega possiede un tempismo eccezionale e una grande intuizione. I suoi colpi di testa sono impressionanti (…) Dotato di un eccezionale potere di elevazione, tempismo e opportunismo, nel gioco aereo Bettega è insuperabile(...) Continua dunque “l’era Bettega”? Juventus e Nazionale rimangono sotto il suo segno. Ancora una volta Roberto Bettega (…) ha vinto la sua battaglia. Da “Tutti i re dei colpi di testa Bettega Hateley” 1985 - vari Un’epoca azzurra porta il suo nome. I suoi gol parevano impossibili (…) La testa bianca di Bobby era la testa di quella Nazionale, sia nel senso di micidiale arma offensiva sia nel senso di cervello in grado di ragionare e di far ragionare i compagni, in campo e fuori. Da “I più grandi” 1991 – Vladimiro Caminiti Bettega è stato un asso e un astro della Juventus, un bomber dall’inimitabile stile (…) Dire che è stato grande è dir poco. E’ stato immenso. Da “Conoscere il calcio” 1985 - vari Roberto Bettega è stato il più completo attaccante (…) ha rappresentato per molti anni il meglio nel ruolo di ala interpretandolo secondo la concezione del calcio moderno. Da “Storia del calcio” 1980 – Gian Paolo Ormezzano Una grave malattia aveva costretto allo stop quello che si stava annunciando come il più forte giocatore italiano dell’anno, (il 20enne) Roberto Bettega. Da “Il
pallone nell’occhio” 1978 – Rino Icardi e Giacomo Santini “Bettega, nella Juve comanda più lei o Trapattoni?” risponde Bettega: “Il presidente Boniperti”
Maurizio Costanzo: ”In un paese dove un po’ tutti ci sentiamo un tantino orfani, ben venga un calciatore celebre che si chiama Rossi. Se Bettega, poi, si chiamasse Bianchi, mezza Italia, anonima e immalinconita, avrebbe trovato il proprio momento di riscatto”.
“Costanzo, inviterai qualche reduce del Mundial nella tua prossima trasmissione?” risponde Costanzo: “Mi piacerebbe Bettega”. “Maldera, chi invidia di più della Nazionale?” risponde Maldera: “Invidio Bettega”. “Trapattoni, è vero che nella Juventus comanda più Bettega di lei?” risponde Trapattoni: “Questa è una maldicenza. Bettega è una persona squisita che sa stare al proprio posto e non interviene, né pone interferenze, non solo nel mio lavoro, ma neanche in quello di nessun altro”. “Andreotti, un Ministero per lo Sport è nei suoi desideri?” risponde Andreotti: “Assolutamente no. Che risultato può dare burocratizzare Mennea o Bettega?” Da “Splendori e miserie del gioco del calcio” 1997 – Eduardo Galeano Bettega superò due giocatori e batté con un sinistro il portiere Fillol. Anche se nessuno ancora lo sapeva la squadra italiana aveva già cominciato a vincere il mondiale di quattro anni dopo. Da “Tutti i re dei colpi di testa Bettega Hateley” 1985 - vari Bettega, per oltre dieci anni bandiera della Juventus e Re dei colpi di testa (…) Attraverso il racconto delle imprese di Bettega (…) vengono fuori le gesta di tutti gli altri assi delle varie epoche abili nel colpire la palla di testa. Ed ecco Gigi Riva e Boninsegna per arrivare a oggi, cioè Rumenigge, Pruzzo, Serena e Collovati (…) Pochi giocatori nella storia del calcio possono vantare tanta classe negli interventi acrobatici come Bettega. Il pallone che lui colpiva di testa sembrava telecomandato. Con le sue imprese ha permesso alla Juve di conquistare ben sette scudetti. Da “Enciclopedia dello Sport – I grandi bomber Italiani” 1988 – Garioni e Ghisi Alla proverbiale abilità nel gioco di testa (…) il numero undici juventino unisce un senso del gioco eccezionale: è sempre al posto giusto nel momento giusto (…) Nessuno è completo come Bettega(...) Roberto Bettega è stato uno dei più grandi giocatori juventini di tutti i tempi e uno degli elementi più vincenti (…) Il suo genio calcistico è immenso (…) una grande intelligenza. Bettega in maglia azzurra, come nella Juve, diventa subito leader(..). Gianni Agnelli: “E’ stato un autentico campione in campo e fuori, per anni l’uomo guida della nostra squadra”. Da “Forza Azzurri” 1978 – Gianni Brera …il più intelligente ed eclettico del mazzo quel Roberto Bettega… Da “La Juventus” 1974 – Piera Callegari L’alfiere di questa rinascita si identificò presto in Roberto Bettega, che andava incantando i pubblici con una tale dimostrazione di classe e di straordinario tempismo nel realizzare da proporsi come il giocatore più interessante del torneo (…) Gare giocate in modo inimitabile avevano conciliato a Bettega l’ammirazione generale (…) Lo si rimpianse sinceramente in ogni fazione sportiva. Da “Gli Agnelli e la Juventus” 1985 – Mario Pennacchia …Roberto Bettega che è l’alfiere di questa Juventus di tutte le rivincite… Da “Juventus ‘80” 1981 – Vladimiro Caminiti …lo stile di Bettega è liliale. Era arrivato l’erede di Mazzola e Rivera, ma diverso, in tutto piemontese (…) Lui è nel calcio italiano il seguito di Mazzola e Rivera ma con più garbo, meno teatralità. Andiamo ai mondiali grazie ai gol di Bettega (…) Il suo portamento, il fisico asciutto, i capelli innevati hanno indotto alcuni a battezzarlo “il principe argentino”: fu proprio in Sudamerica che Roberto divenne il leader della Nazionale, il trascinatore di una squadra che con pochi ritocchi e con un pizzico di audacia in più avrebbe sicuramente vinto il mondiale 1978. Da “F.C. Juventus” 1977 – Bruno Mobrici Roberto Bettega il simbolo di questa Juventus, generoso, serio, disponibile in campo e fuori. Da “Juve ti amo” 1997 – Franco Costa Dopo Atene due grandi o grandissimi avevano detto basta. Dino Zoff e Roberto Bettega. Il portiere più grande, l’attaccante più grande. Da “Roberto Mancini” – Renzo Parodi Nell’intimo Mancini è rimasto il ragazzino che sognava di emulare le gesta di Bettega nella Juventus (…) E i due Mancini, tifosi bianconeri, sognano, soprattutto Roberto, che coltiva una vera adorazione per Roberto Bettega. Gli piace come si muove in campo, ariete e goleador, all’occorrenza suggeritore a pro dei compagni. Da “Cento anni di calcio italiano” 1997 – Franco Ossola e Renato Tavella …Roberto Bettega, una delle più felici espressioni del calcio italiano anni settanta. Pochi come lui, sin dagli esordi (…) Segna di testa che pare Charles, di piede che sembra Di Stefano. Il mito di Boniperti, nel cuore del tifoso, vacilla. (…) La classe, il controllo quasi patrizio di sé e della palla, il modo elegante e fine di muoversi (…) E la leggenda non può che continuare. Da “Le punte” 1988 – Luigi Bonizzoni e Giovanni Leali Bettega è stato l’esempio più rappresentativo nel calcio italiano della punta che conserva le doti dello sfondatore potente, ma nel contempo suggerisce, costruisce, lavora per il collettivo. Giocatore di grande intelligenza tattica, abilissimo di testa e nell’assist (…) Indubbiamente il suo nome va annoverato tra le migliori espressioni del football internazionale degli ultimi vent’anni. Da “Come fare gol” 1987 – Josè Altafini Questo formidabile campione è Roberto Bettega, uno dei più intelligenti calciatori con i quali io abbia mai giocato (…) Formidabile nel gioco di testa, dotato di una visione di gioco da autentico cervellone, Bettega sapeva difendere il pallone in modo straordinario (…) Credo che la sua percentuale di palloni sprecati sia una delle più basse mai registrate. Come uomo-gol Bettega aveva tutto: colpo di testa, tiro, dribbling, astuzia (…) Si infortunò qualche mese prima del Mundial di Spagna (…) altrimenti sarebbe diventato campione del mondo anche lui. E state certi che l’avrebbe meritato ampiamente, come e più di tanti altri che erano a Madrid. Da “Juventus Juventus” 1977 – Vladimiro Caminiti …Bobbygolbettega comincia dove gli altri finiscono (…) Da “Juventus fidanzata d’Italia” 1°aggiornamento 1978 – vari Bettega show: di testa o di piede la classe è limpidissima (…) Il Bobby-gol rimarrà sempre nel cuore dei veri tifosi bianconeri. Da “Juventus fidanzata d’Italia” 2°aggiornamento 1982 - vari Calciatore dotato di una grandissima base tecnica e di un formidabile colpo di testa, è anche dotato di una grande intelligenza nel gioco e di spirito di sacrificio. Ha una personalità calcistica completa essendo capace di costruire l’azione e concludere il gioco in gol. Da “Juventus fidanzata d’Italia” 3°aggiornamento 1982 – vari Bobby-gol è forse l’unico attaccante italiano in grado di costruire e concludere in gol qualsiasi azione di gioco. Da “Signora e Signori” 1987 – Franco Costa Bettega si infortuna prima dei mondiali e se c’era uno che meritava il titolo, come Zoff; era proprio lui. (…) Perso Bettega, la Juventus ha dovuto cambiare (…) ma Bettega era troppo alto e troppo in alto; lui assente la squadra stentava (…) Da “Juventus” 1973 – Luigi Cecchini …magnifico atleta (…) meraviglioso attaccante. Da “La Nazionale Italiana” 1°aggiornamento 1978 – vari …Bettega, intelligente, tecnico e risolutore come solo lui sa essere (…) riceve dalla sinistra un cross di Cabrini, controlla al volo la palla e la gira in rete con uno stupendo colpo di tacco. Da “La Nazionale Italiana” 3°aggiornamento 1982 – vari …Bettega, cervello, punto di riferimento, “allenatore in campo” di tutta la baracca. Da “Grazie Azzurri…” 1978 – Bruno Perucca Roberto Bettega, una “perla” che tante nazionali ci invidiano (…) Una mente e tanta classe (…) sempre lucido e splendido come intelligenza di gioco (…) Giocatore di livello internazionale, invidiato dai clubs stranieri, temuto dagli avversari (…) il vero regista degli azzurri. Se c’era un giocatore, in tutto il Mundial, che poteva strappare (…) il titolo di capocannoniere questi era Roberto Bettega (2 gol, 4 traverse, 1 autogol a favore propiziato, varie occasioni mancate di un soffio ndr.) Per Roberto Bettega il campionato del mondo (…) è stato un successo personale. Elogi dai giornali, riconoscimento dei tecnici europei e sudamericani alle sue doti di classe ed alla capacità di muoversi senza problemi sia come punta che nella zona di centrocampo. Da “Agenda dello sport USSI.” 1978 – vari Punta di diamante della Juve campione d’Italia 1976/77, Roberto Bettega ha dimostrato anche in maglia azzurra le sue eccezionali qualita (…) Da “Azzurri 1910-1983” 1983 – Angelo Rovelli e Enzo Baroni Roberto Bettega, torinese purosangue, classe 1950, veste la prima maglia azzurra a Helsinki nel giugno del 1975 (…) E’ l’elemento di maggior classe: sa fare i gol di testa e di piede, sa “dialogare” e quando gli anni lo consiglieranno ad arretrare la sua posizione diventerà un validissimo elemento capace di distribuire il gioco con rara intelligenza.
Da “Tutti gli uomini della Signora” 1995 – Sergio Barbero
Calciatore d’oro ad honorem 1983 (…) Un grave infortunio (…) Bearzot lo attese fino all’ultimo (…) Bettega rientrò in campo nella Juve 1982-83 senza quel titolo di Campione del Mondo che gli spettava quasi di diritto. Da “Diario Juve” 1994 – vari Dal ’70 all’83 Bettega ha fatto impazzire i tifosi della Vecchia Signora. Da “Juventus 18: i protagonisti” 1978 – Darwin Pastorin e Filippo Polito Bettega andava a ricevere (…) l’ambito trofeo (…) quale miglior sportivo dell’anno 1977. Come calciatore è un mostro (…) Dotato di una tecnica fuori dal normale, Bettega dispone di un fine palleggio e di una elevazione invero incredibile (…) Lo chiamano “professore” e ci sembra epiteto giustissimo (…) perché questo bianconero da sempre è calciatore sapiente, intelligente, tatticamente insuperabile (…) goleador (…) senza essere bomber di professione. Idolo riconosciuto della tifoseria bianconera (…) Goals per il delirio della folla. Da “Ho conosciuto la Signora” 1989 – Angelo Caroli Roberto è stato uno dei più grandi giocatori italiani del dopoguerra (…) Giocò l’ultima partita di quel campionato al Comunale (…) Decise la partita con il solito colpo di testa (…) Due giorni dopo il medico sociale (…) annunciò il male che stava consumando il giovane attaccante. Bettega lasciò i colleghi per una cura lunghissima (…) Completò l’evoluzione del carattere e divenne un giocatore completo, che avrebbe sbalordito l’Europa e il mondo (…) Bettega diventò l’attaccante più bravo in Europa. (…)Bettega trovò lo spunto vincente, con una rete spettacolare. Boniperti, al termine della partita, mi disse:”Un gol del genere avrei potuto segnarlo solo io, 25 anni fa”. Gli risposi che un colpo di testa così lo aveva dato solo nei sogni (…) Bettega era l’attaccante più temuto d’Europa. (…)Roberto Bettega tornò all’attività dopo incredibili sacrifici e sforzi di volontà. Vinse di nuovo una grossa battaglia con la sofferenza. Bettega è stato uno dei più grandi attaccanti d’Europa nel dopoguerra. Intelligente, acuto, tecnico, costruttore e finalizzatore del gioco, stupendo nelle acrobazie. Indimenticabile Bobby-gol ! (…) Lasciò a Torino pagine indimenticabili, gol entusiasmanti, assist stupendi. Da “La Juve sulla Luna” 1998 – Maurizio Crosetti (…)per Bettega c’era di più. Era amore (…) Era alto, era intelligente, aveva classe e forza fisica. (…)l’Ulisse del colpo di tacco, l’Ismaele dal polmone ferito, l’Orlando del tuffo di testa (…) Roberto Bettega l’immenso, l’attaccante più intelligente (…) Da “I magnifici 50 del calcio mondiale” 1985 – Josè Altafini Bettega è un campione che ha fatto storia (…) Resta, in definitiva, uno dei più grandi campioni del calcio italiano e sicuramente uno dei giocatori più intelligenti (…) Da “Goal !” 1981 – vari Nils Liedholm afferma che Bettega è uno dei calciatori dotati di maggior intelligenza calcistica da lui incontrati durante la sua carriera di allenatore (…) Stimato per la serietà, osannato per la bravura. Da “Dossier Trapattoni” 1985 – vari Bettega, la Juve(…)A firmare il gol partita è l’uomo più carismatico della squadra: l’intramontabile“Bobby-gol”Bettega. Da “Conoscere il calcio” vol.2 –1985 – vari Per tutti valga un nome: quello di Roberto Bettega, sintesi di tutte le specializzazioni in quel difficile ruolo che corrisponde all’ala, classica o moderna. Da “La solitudine dell’ala destra” 1998 – Fernando Acitelli Bettega è l’inverno che va in gol. E’ la neve al derby e il gol di tacco a Cudicini (guardando la televisione a sinistra). Bettega è la maglia azzurra senza fronzoli: numeri in eccesso, nomi, cognomi. Vedremo pure il codice fiscale? Bettega è la maglia azzurra: le braccia conserte nella foto di gruppo.
Roberto Bettega. Ala sinistra della Juventus. Ha mietuto successi con la squadra bianconera e va ricordato oltre che per la classe e gli spettacolari gol di testa, anche per la lealtà e la correttezza. Con la Nazionale (…) insieme a Paolo Rossi, formò un duo d’attacco formidabile. Da “La mia vita come una partita di calcio” 1988 – Michel Platini Furino (…) mi ricordò (…):”La targa d’oro conquistata da Bettega è più pesante della tua”. (…)oltre la mia partecipazione come star di Canale 5, dove raggiungerei Roberto Bettega. Sembra di sognare! (…)Alla Juve c’è stata l’era di Sivori e Charles. Poi quella di Bettega e Zoff. Quella di Boniek, Rossi e Platini. Ora comincia un’era nuova, che forse non mi riguarda. Da “Almanacco del calcio mondiale 1986” 1985 – vari A entrambe le finali ha preso parte Roberto Bettega, l’ex giocatore della Juventus e della Nazionale azzurra ingaggiato dal Toronto Blizzard (…) inni e cori sugli spalti, quasi tutti per Bettega. Da “Annuario
Bianconero Juventus 1977/78” 1977 – Dante Bianchi A Roberto Bettega tanti premi per un’annata eccezionale (…) Bettega è forse il calciatore italiano più premiato in questi anni. Tutti gli riconoscono uno “stile”, in campo e nella vita, di pura marca juventina. Il suo “modo” di giocare è determinante per la Juventus e per la Nazionale (…) Da “Almanacco Illustrato del Calcio 1971” 1970 – Panini “Premio Supercadetto” al miglior giocatore di B (…) per Roberto Bettega (Varese). Da “Annuario Bianconero Juventus 1978/79” 1978 – Dante Bianchi Radio Montecarlo ha interpellato 43 giornalisti per designare il miglior giocatore del 1976/77 ed il prescelto è stato Roberto Bettega. Da “Annuario Bianconero Juventus 1980/81” 1980 – Dante Bianchi E’ il leader della squadra. E’ il suo araldo. E’ la intelligenza al cubo (…) Da “Annuario
Bianconero Juventus 1983/84” 1983 – Dante Bianchi Per certi versi mi piace paragonarlo al grande Meazza (…) Aveva il genio del tempo e del tocco, aveva il calcio nel sangue. Batteva sicuro con i due piedi, colpiva di testa con stacchi acrobatici portentosi (…)strepitoso uomo da area di rigore (…) La classe ha presidiato e presidia tuttora la figura e il gioco di Bettega. Ancora oggi l’azione di Bettega fa si che la partita si sottragga alla vicenda labile delle gare comuni del campionato per iscriversi nel catalogo succinto delle partite da ricordare. (…)Ricordarli tutti sarebbe impossibile (…) Tutti restano dei protagonisti. In testa all’elenco merita di diritto un posto d’onore Roberto Bettega senza dubbio il giocatore più rappresentativo (…) Da “Annuario Bianconero Juventus 1990/91” 1990 – Dante Bianchi Una Naziojuve che riempie di orgoglio gli italiani (…) Ci vorrebbe Bettega per vincere il titolo, ma Bobby-gol non ce la farà a rimettersi in sesto dopo l’infortunio al ginocchio (..) Da “Il grande album della Juve” 1997 – La Stampa Un po’ Nureyev e un po’ e un po’ Van Basten. Nel parlare di Roberto Bettega, è difficile resistere all’incantesimo del suo talento, della sua eleganza. Attaccante puro, e poi sempre più versatile e completo, capace di gesti sublimi, come il gol di tacco al Milan di fronte al quale persino Paron Nereo si tolse il cappello, o di incornate squassanti, come il colpo di testa in tuffo con cui incenerì l’Inghilterra a Roma. Invidiosi dei tesori così generosamente elargitigli, gli dei hanno preteso in cambio esorbitanti balzelli: se una malattia polmonare nel gennaio del 1972 ne mise in dubbio addirittura la carriera, un grave infortunio a un ginocchio nel novembre ’81 lo escluse dai fasti del Mundial spagnolo. Chirurgico o poetico a seconda delle circostanze, Bettega non si esauriva nel gol. Il fiuto del predatore veniva governato e addolcito dall’istinto dell’organizzatore. Non a caso, oggi, è uno dei manager-pilota della società. (…)stratosferico(…) Da “Juventus 100 anni di storia” 1996 – Panini/Conti Da Varese dove (…) è sbocciato laureandosi capocannoniere della serie B, torna in carico alla Juventus un atletico attaccante dalla grande tecnica e dal prodigioso stacco aereo, Roberto Bettega (…) è sempre uno spettacolo vedere in azione Bobby-gol (…) Da “100 campioni x 100 anni” 1997 – Rosabella Favoloso Bobby-gol (…) bandiera e mito allo stesso tempo. Da “Juventus 10 anni in bianconero” 1988 – Salvatore Giglio Concentrato di eleganza e di classe (…) svettava su manipoli di contendenti e ficcava imparabilmente la sfera alle spalle di portieri increduli. Da “L’avventura bianconera” 1983 – Giampaolo Ormezzano (…) Bettega, che un anno prima aveva offerto alla Coppa un ginocchio, il Mundial e mesi di vita attiva, in una giocata coraggiosa (…) è stato grandissimo quasi sempre, riuscendo a partire per il Canada fra tanti rimpianti (…) Da “La storia della Juventus 90 anni di trionfi” 1986 – autori vari (…) classe ed efficacia faranno vedere presto (…) di che pasta è fatto uno dei maggiori talenti del nostro calcio (…) formidabile opportunista di testa e di piede sotto porta, segnava con una regolarità impressionante . Se non avesse accusato un’infezione polmonare , Bobby-gol avrebbe vinto in carrozza la classifica dei cannonieri che capeggiava (…) E’ per un decennio l’immagine della Juventus, di uno stile (…) Il più intelligente, il più vicino all’identikit dell’attaccante ideale, dirà un sondaggio tra gli allenatori (…) E’ la consacrazione del più grande giocatore “scientifico” degli anni settanta (…) Quel ragazzo ha “la testa di Charles e i piedi di Praest”. Non finisce mai di entusiasmarmi, dice Bearzot, fa ancora prodezze che gli altri giocatori si sognano (…) Simbolo della squadra vincente del decennio 1972-1982. Un campione anche di sfortuna: un grave infortunio nel novembre dell’81 (…) gli ha impedito di laurearsi campione del Mondo in Spagna dopo essere stato il protagonista assoluto della squadra azzurra più bella (…) In avanti Bettega giganteggiava (…) dimostrava di possedere un grande senso strategico: in pratica era il punto di riferimento per tutti (…) L’incidente a Bettega costò l’eliminazione dalla coppa dei campioni (…) Di grandi qualità tecniche, fortissimo nel gioco di testa, gran tiratore, Roberto rafforzava le sue doti con lo spiccato senso tattico (…) l’attaccante più esperto e carismatico (…) Attaccante moderno e di classe purissima, dotato di eccezionale stacco aereo, Bettega sa concludere e suggerire con pari maestria. E’ senza dubbio uno dei più grossi talenti che il calcio della Penisola ha messo in vetrina negli anni settanta. Alcuni suoi gol sono autenticamente da antologia (a Milano infilò Cudicini con un incredibile colpo di tacco, all’Olimpico una sua perentoria incornata in tuffo eliminò l’Inghilterra e ci rilasciò in pratica il visto per il mondiale d’Argentina) ed al servizio della causa bianconera va a bersaglio 178 volte (esattamente come Giampiero Boniperti) (…) cifre da capogiro quelle messe insieme dall’attaccante… Da “Juventus 90 anni di gloria” 1987 – Vladimiro Caminiti Bettega, proteiforme grandissimo giocatore. Da “I più grandi” 1991 – Vladimiro Caminiti (…)nove cronache su dieci riferivano della bravura straripante di Bettega (…) avendo nel brizzolato astuto Bettega il loro goleador più spettacolare (…) Bettega aggiorna il calcio più degli stessi Borel e Boniperti: va oltre l’istinto dei fantasisti (…) Bettega è stato un asso e un astro della Juventus. Un bomber dall’inimitabile stile. Un fuoriclasse costituitosi con l’applicazione di una mente industriosa e sottile (…) dire che è stato grande è dir poco. E’ stato immenso (…) La classe ha il sorriso di Bettega, la felicità ha il sorriso di Bettega (…) Poliedrico fuoriclasse dalle alchimie tattiche, passa nel mondo del calcio come un esemplare affatto unico di conversatore affabile, non riuscirà a coronare il sogno di vincere né il Mondiale né la Coppa dei Campioni, vincendo tuttavia tantissimo, e sempre all’altezza della sua classe. Un atleta prodigioso, un calciatore che s’affaccia sui mondi avvenire. Da “Juve azzurri” 1993 – Gianni Giacone I gol betteghiani sono raramente banali, essendo il risultato matematico di una prodezza atletica applicata a grande intelligenza tattica (…) i suoi gol in bianconero hanno già trovato un posto nella leggenda (…) E’ un campione completo, non solo un grande bomber (…) Uomo-squadra, regista offensivo (…) classe e idee di uno dei talenti più compiuti del nostro calcio. Da “Quelli del gol” 1991 – Adalberto Bortolotti Il gol ha tante facce e quasi tutte le riassume un campione geniale e polivalente come Roberto Bettega, detto Bobby-gol, in realtà assai più che un finalizzatore, un completo regista offensivo dotato di un grande senso tattico, capace tuttavia di robusti bersagli personali per l’abilità inarrivabile nel gioco aereo e per la sopraffina tecnica di base (…)Concorre in modo determinante, con le sue reti, alla qualificazione per i Mondiali in Spagna (dopo aver disputato da protagonista quelli del 1978 in Argentina) ma un altro maligno colpo del destino gli impedisce di laurearsi campione del mondo (…) Bettega sparge la sua carriera di gol raffinati e spettacolari (…) Attaccante moderno, di classe purissima, di duttile impiego tattico, eccezionale nello stacco aereo (…) L’eclettico Bobby-gol è vero fuoriclasse dei ruoli d’attacco: grande specialista del gioco aereo, acrobata d’area, ma anche tattico raffinato e punto di riferimento insostituibile della manovra. Illumina la Juventus cui lega tutta la sua carriera (…) e la Nazionale, per la quale realizza gol spettacolari e decisivi. Da “Eurojuve-trent’anni di coppa dei campioni” 1985 – Salvatore Lo Presti (…)la Juve salì in cattedra sotto la regia di Bettega e Platini (…) Dettarono ancora legge Bettega e Platini (…) I protagonisti sono ancora loro, Platini e Bettega. Da “Juventus style” 1982 – autori vari Roberto Bettega, il personaggio Juventus. Il nobile aspetto e le molte cicatrici sul corpo sono la testimonianza del suo ruolo, respinto dall’interessato ma accordato dal resto del mondo, avversari compresi, come un titolo d’onore (…) Roberto Bettega preferisce, forse, il logoro Bobby-gol, termine riduttivo per un tipo del suo rango (…) Ci sia o no, il riferimento a lui è immancabile. L’ultimo campionato, per non parlare dei mondiali, hanno sopportato una grave defezione, avvertita soprattutto nei periodi in cui era necessario ascoltare consigli, vederlo impegnato con la grinta e la sapienza tattica di un amico coraggioso ed esperto, poter contare su qualcuno cui non hanno mai fatto difetto l’arte di inventare un gol e la determinazione nel difenderlo (…) stile di un purosangue (…) E’ stato costretto a rinunciare all’apoteosi spagnola, ultima tappa di un percorso in cui lui era stato sempre protagonista. (…) opportunista (…) altruista (…) Di testa è sicuramente tra i più forti specialisti del mondo, ma ha altre virtù non altrettanto vistose: senso tattico, generosità, temperamento combattivo (…) Attorno a Bettega tutto il collettivo gira a meraviglia (…) Davvero un campione rarissimo (…) Da “Juventissima” 1986 – Bruno Bernardi (…) “leader” della Juventus e della Nazionale. Malattie ed infortuni non gli hanno impedito una splendida carriera. Da “Juventus campione d’Italia 1995” 1995 – autori vari (…) in primo luogo Roberto Bettega, vicepresidente bianconero, mitico campione. Da “Tutto il calcio minuto per minuto” 1983 – autori vari Un palo (…) lo colpisce Bettega che diventa così il recordman dei mondiali (…) Una guida della Juventus (…) E’ Bettega il goleador principe (…) Da “Storia del calcio” 1981 – Gian Paolo Ormezzano (…) la Juventus vinceva quello scudetto, nonostante che a metà del campionato una grave malattia avesse costretto allo stop quello che si stava annunciando come il più forte giocatore italiano dell’anno, Roberto Bettega. Da
“1946-1996 50 anni che fecero grande il pallone” 1996 – autori vari (…) immagini dedicate alla migliore coppia di attaccanti dei mondiali del 1978 in Argentina. Sopra Roberto Bettega. Sotto Paolo Rossi. Da
“Mondiali” 1994 – autori vari L’Italia ha sviluppato il gioco più ammirato in assoluto. Cabrini, Scirea, Rossi e Bettega capeggiano le graduatorie nei rispettivi ruoli (…) Una Nazionale che, sulla strada di Spagna, perde il suo giocatore tatticamente più importante, Roberto Bettega, vittima di un grave infortunio (…) Da “La Juve”
1995 – Adalberto Bortolotti (…) E’ il giocatore del momento, la grande rivelazione su scala nazionale (…) sembra inarrestabile(…) Bettega e Boninsegna, la terribile B2 dell’attacco bianconero (…) Da “Juventus 1994/95” 1994 – Aurelio Benigno (…) un personaggio che ha scritto pagine indelebili nel grande libro di successi juventini. Da
“Almanacco dei mondiali Spagna 82” 1982 – autori vari (…) nell’incredibile efficacia di un Bettega scatenato a mostrare la completezza del suo bagaglio di calciatore. (…) il grande Bettega che a metà torneo era certamente il miglior giocatore del mondiale. Da “A scuola
di calcio” 1987 – Giacinto Facchetti Si è fatto sempre apprezzare per la sua straordinaria abilità nel gioco di testa e per il suo spiccatissimo senso tattico. Da “Juventus
i giorni della gloria” 1983 – Saverio Tierri (…) Roberto Bettega, il favoloso “Cabeza Blanca” che solo la sfortuna tenne lontano da Madrid. Molto merito va proprio a Bettega se l’inno italiano è arrivato nello stadio di Atene per la finale della Coppa dei Campioni. Atleta di stile inglese, spesso irresistibile, specie nel gioco di testa (…) Si ipotizzava (…) che Bettega alla Juventus potesse essere immortale perché certi campioni spesso vengono mitizzati. Invece anche per lui è arrivata la parola fine. (…) E la storia di Roberto Bettega, grande campione juventino, ormai sarà un’altra. Magari con un ritorno, un giorno. (…)Il favoloso Bobby-gol salta sempre più in alto di tutti. (…) il coraggio e il sangue freddo di Bettega, protagonista al limite della perfezione. Da
“Juvecentus” 1997 – autori vari (…)non è stato solo una punta potente, ma un giocatore dalla classe sopraffina (…) un naturale leader in campo, in qualche modo un dirigente predestinato (…) Da “Only Juve” 1997 – autori vari (…)spiccata intelligenza tattica, ottima tecnica e forte personalità, è autore di gol spettacolari. Le sue specialità sono lo stacco aereo e l’incornata in tuffo. E’ proprio l’infortunio dell’81/82 a togliergli la possibilità di partecipare ai mondiali in Spagna, dopo essere stato splendido protagonista (…) Da “Tutto
Mondiale 1930-1978” 1978 – autori vari La nazionale italiana partecipa per la nona volta alla fase finale della Coppa del Mondo di calcio grazie al miglior quoziente-gol di cui è stato propiziatore Roberto Bettega (…)Con i suoi gol ha permesso all’Italia (…) di qualificarsi così per il mondiale d’Argentina. E’ Roberto Bettega, considerato all’unanimità l’attaccante italiano più completo degli anni Settanta. Da “Il
grande calcio” 1988 – autori vari (…)il ruolo di “uomo-squadra” (…) verrà assunto con lusinghieri risultati da Roberto Bettega (…) giocatore-simbolo con il carisma del leader. (…)la Juve mondiale di Bettega e Platini. (…)fra i molti campioni che illustravano quella Juventus, un posto particolare merita Roberto Bettega, uno dei giocatori più rappresentativi del calcio italiano del dopoguerra. (…)Roberto Bettega, per un decennio uomo-simbolo della Juventus. Un attaccante completo, forte fisicamente, resistente alle cariche, abile con i due piedi e di notevole intelligenza. Tatticamente esemplare (…) Bravo e potente nel colpo di testa e buon tiratore. Forte personalità e prestigio. (…)destinato poi a essere un uomo simbolo della Juventus (…) si distingueva Roberto Bettega (…) di una completezza assoluta. (…)L’ala sinistra bianconera si sta rivelando il vero astro nascente della nostra rinnovata Nazionale (…) puntuale a rete come Riva, più tecnico (…) (…)Bearzot tenta la “mossa” di portare Bettega al centro dell’attacco, sperando forse in qualche incornata (…) o in una di quelle acrobazie possibili solo a “Bobbygol” (…) Bettega, ormai vero leader della squadra azzurra, contribuisce con quattro realizzazioni personali al nutrito bottino dell’Italia contro la Finlandia a Torino il 15 ottobre 1977. (…)Bettega è l’uomo decisivo di questa Nazionale (…) è il pilota dei nostri successi. Roberto Bettega detto Bobbygol, eleganza e precisione(…) Elegante, risoluto Bettega. Tra i più rappresentativi calciatori italiani (…) Elegante, corretto, abile (…) Goleador nato (…)con altruismo (…) carattere fermo, risoluto e intransigente (…) l’attaccante bianconero possedeva, sotto l’aspetto tecnico, i requisiti essenziali per definirsi completo: testa, ambidestro, visione di gioco, servizio inappuntabile per il compagno smarcato, lo indicavano tra i più forti specialisti europei di quel periodo. (…)Una dolorosa rinuncia c’è ugualmente: è quella di Bettega, fermo per infortunio. Bearzot vorrebbe portarlo comunque ai Mondiali: Bobbygol declina l’invito. (…)il nostro Roberto Bettega andò a spiegare il verbo nei Toronto Blizzard.
Da “Milano
la scala del calcio” 1989 – Lello Gurrado
(…) lui, di tacco, segnò un gol da antologia, San Siro si alzò in piedi a rendergli omaggio.
Da “Torino gli scudetti del comunale” 1989 – Marco Ansaldo e Salvatore Lo Presti
(…)Con Furino, che era il capitano – scrive Platini nella sua autobiografia- ho parlato in tutto due volte (…) La seconda quando vinsi il titolo di capocannoniere del campionato:“La targa d’oro conquistata da Bettega è più pesante della tua” mi disse abbassando la temperatura dello spogliatoio(…) (…)è l’inizio di una nuova era. Bettega prenderà nel cuore dei tifosi il posto che fu di Riva. (…)Bettega, uno degli attaccanti più tecnici, dotati e intelligenti del nostro calcio.
Da "Superalbum Panini" 2001 - ed.Mondadori (…) l’esplosione di bettega, nel cui segno si gioca tutta la stagione (…) coi suoi gol a raffica (…) prodezze di bobby-gol (…) Bettega funge da uomo ovunque del settore offensivo: attaccante, ma anche trequartista di gran classe. (…)l’attacco, guidato da Bettega, uomo di raccordo (…) (…)alla Juve (…) un avvio scoppiettante (…) Poi, il gravissimo infortunio del lanciato alfiere Bettega in coppa dei campioni contro l’anderlecht e la crisi. (…)in attacco, dove per la prima volta manca un (…) “monumento”, Roberto Bettega (…)
Da "Dizionario della grande Juventus" 2001 - Renato Tavella Bettega Roberto, attaccante e vicepresidente (…) Juventino della più bell’acqua (…) indossa la maglia titolare nel 1970 e la onora fino al 1983. Giocatore moderno, sa concludere e suggerire con rara maestria, senza dubbio uno dei massimi talenti visti in circolazione nel dopoguerra. Cannoniere principe, ha nel colpo di testa un’arma a dire poco micidiale (…) Fantastico (…) interprete di livello internazionale (…) Possiede tecnica di raro riscontro (…) ambidestro intelligente e astuto va in gol in tutte le maniere (…) da antologia (…) Protagonista dell’epopea bianconera (…)
|